La società della neve: una storia vera difficile da dimenticare


Immaginate di essere con degli amici, di aspettare con trepidazione un viaggio e di noleggiare un aereo. Un esperienza divertente, giocosa che però all’improvviso a causa di una turbolenza si trasforma in un incubo. 

Quarantacinque persone, quaranta passeggeri e cinque del personale di bordo e tanta paura, neve, fame e soprattutto freddo.

Questa piccola anticipazione parla di un grande film: “La società della neve” diretto da Juan Antonio Bayona (il genio dietro a Impossible, The Orphanage e molti altri capolavori).

Devo ammettere che già dal trailer si percepiva la qualità e la profondità della storia. 

Un racconto emozionante, un viaggio alla scoperta delle peggiori paure. Tutto inizia con un incidente aereo, un atterraggio di emergenza in mezzo alle Ande. 

Clima ostile, tantissima neve, vegetazione pari a zero e soprattutto assenza totale di cibo. 

La prima parte del film è serena, spensierata poi immediatamente c’è la crudeltà dell’impatto del veivolo con la montagna e le morti. Appena dopo c’è l’organizzazione e la voglia di creare una piccola comunità tra le montagne, poi c’è la fame e la scarsità di cibo e infine la difficile decisione: nutrirsi dei corpi ormai senza vita. 

Ieri mentre guardavo questo film mi chiedevo: “Chissà che angoscia avranno provato nel cibarsi dei loro amici, conoscenti!” ma in una situazione di vita e di morte come quella era l’unica possibilità per restare vivi. 

Non dimentichiamo la natura presente, inizialmente osserva questi ospiti indesiderati poi con le valaghe rende il tutto più difficile e insostenibile. 

A sopravvivere saranno diciassette passeggeri, denutriti, affaticati, stanchi ma con la voglia di uscire da quella montagna e iniziare un nuovo capitolo. 

Non vi anticipo il finale che ho trovato emozionante, molti definiscono questa storia vera del 1972 un piccolo miracolo, per me è determinazione e voglia di sopravvivere le uniche cose che contano in un momento così. 

Buona visione e non dimenticate di guardarlo in lingua originale, è tutta un’altra cosa.

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